Citazioni da JRR Tolkien

Lo hobbit

  • In una caverna sotto terra viveva uno hobbit
  • Che vuoi dire? [...] Mi auguri un buon giorno o vuoi dire che è un buon giorno che mi piaccia o no; o che ti senti buono, quest'oggi; o che è un giorno in cui si deve essere buoni?
  • Però, quante cose sai dire col tuo 'Buon giorno!' [...] Adesso vuoi dire che ti vuoi sbarazzare di me e che il giorno non sarà buono finché non me ne sarò andato.
  • La sua casa era perfetta, che vi piacesse il cibo, o il sonno, o il lavoro, o i racconti, o il can­to, o che preferiste soltanto star seduti a pensare, o anche se amaste una piacevole combinazione di tutte queste cose
  • È buono, tesssoro mio? È sssugoso? È deliziosamente croccante?
  • Poi a un tratto dalle tenebre giunse un sibilo aspro. Che cos'ha in tasssca? Deve dircelo. Prima ce lo deve dire.
  • Ladro, ladro, ladro! Baggins! Lo odiamo, lo odiamo, lo odieremo per sempre!
  • "Io sono Gandalf."
    "Mai sentito nominare."
    (scambio di battute fra Gandalf e Beorn)
  • In te c'è più di quanto tu non sappia, figlio dell'Occidente cortese. Coraggio e saggezza, in giusta misura mischiati. Se un maggior numero di noi stimasse cibo, allegria e canzoni al di sopra dei tesori d'oro, questo sarebbe un mondo più lieto
  • "Le leggende sono ormai alle nostre spalle e stiamo arrivando a casa. Suppongo che questa sia una specie di benvenuto!. 'è ancora un lungo tratto di strada da fare."
    "Ma è l'ultimo tratto"
  • "Certo non metterai in dubbio le profezie, se hai contribuito a farle avverare! Non crederai mica, spero, che ti sia andata bene in tutte le tue avventure e fughe per pura fortuna, così, solo e soltanto per il tuo bene? Sei una bravissima persona, signor Baggins, e io ti sono molto affezionato; ma in fondo sei solo una piccola creatura in un mondo molto vasto!"
    "Grazie al cielo!"

 

Il Signore degli Anelli

  • Conosco la metà di voi soltanto a metà; e nutro, per meno della metà di voi, metà dell’affetto che meritate.
  • Non mi tentare! Non desidero eguagliare l’Oscuro Signore. Se il mio cuore lo desidera, è solo per pietà, pietà per i deboli, e bisogno di forza per compiere il bene.
  • Non t’impicciare degli affari degli Stregoni, perché sono astuti e suscettibili.
  • Colui che rompe un oggetto per scoprire cos’è, ha abbandonato il sentiero ella saggezza.
  • Il nostro compito oggi non è di prendere una decisione valida soltanto per una stagione, o per poche vite di Uomini, o per un’effimera era del mondo.
  • È saggezza riconoscere la necessità quando tutte le altre vie sono state soppesate, benché possa sembrare follia a chi si appiglia a false speranze
  • Eppure spesso tale è il corso degli eventi che muovono le ruote del mondo: le piccole mani li compiono per necessità, mentre gli occhi dei grandi sono rivolti altrove.
  • È giunta l’ora del popolo della Contea, ed esso si leva dai propri campi tranquilli per scuotere le torri ed i consigli dei grandi. Quale dei Saggi l’avrebbe mai predetto? E perché, se sono veramente saggi, avrebbero dovuto pretendere di saperlo prima che suonasse l’ora?
  • "Sleale è colui che si accomiata quando la via si oscura."
    "Può darsi [...] ma colui che non ha visto il calar della notte, non giuri di inoltrarsi nelle tenebre."
  • Il mondo è davvero pieno di pericoli, e vi sono molti posti oscuri; ma si trovano ancora delle cose belle, e nonostante ora l’amore sia ovunque mescolato al dolore, esso cresce forse più forte
  • Ed ora infine giunge a me. Tu mi daresti l’Anello di tua iniziativa! Al posto dell’Oscuro Signore vuoi mettere una Regina. Ed io non sarò oscura, ma bella e terribile come la Mattina e la Notte! Splendida come il Mare ed il Sole e la Neve sulla Montagna! Temuta come i Fulmini e la Tempesta! Più forte delle fondamenta della terra. Tutti mi ameranno, disperandosi!
  • La tortura dell’oscurità era ciò ch’io maggiormente temevo, e tuttavia partii, vincendo la mia paura. Ma se avessi conosciuto il pericolo della luce e della gioia, non sarei mai venuto.
  • Boromir! La Torre di Guardia sempre a nord rivolta sarà,
    Verso Rauros, le rapide d’oro, sino all’ultimo dì che verrà
  • Possiamo sperare o disperare, ma seguiremo le orme dei nostri nemici. Guai a loro se sapremo essere più veloci!
  • Questi sono davvero giorni strani [...] Sogni e leggende divengono realtà e sorgono dall’erba dei prati.
  • "Come può un uomo in tempi come questi decidere quel che deve fare?"
    "Come ha sempre fatto [...] Il bene e il male sono rimasti immutati da sempre, e il loro significato è il medesimo per gli Elfi, per i Nani e per gli Uomini. Tocca ad ognuno di noi discernerli, tanto nel Bosco d’Oro quanto nella propria dimora."
  • Pochi possono prevedere dove li condurrà la via prima di essere giunti alla fine.
  • Colle. Sì, era questo. Ma è un nome troppo rapido per qualcosa che si trova qui da quando fu creata questa parte del mondo.
  • Dormire! Non avrei mai pensato che un Nano potesse sentirne a tal punto il bisogno. Cavalcare è un lavoro pesante. Eppure l’ascia è irrequieta nella mia mano. Datemi una fila di Orchi e un po’ di spazio per prendere lo slancio, ed ogni stanchezza scomparirà dalle mie membra!
  • Benvenuti, signori, a Isengard! [...] Siamo i guardiani delle porte.
  • Le parole di questo stregone sono capovolte..
  • Osserva, io non sono Gandalf il Grigio che tu tradisti. Sono Gandalf il Bianco, ritornato dalla morte. Ora tu non hai più colore, e io ti espello dall’ordine e dal Consiglio.
  • Molti tra i vivi meritano la morte. E alcuni che sono morti avrebbero meritato la vita. Sei forse tu in grado di dargliela? E allora non essere troppo generoso nel distribuire la morte in nome della giustizia, temendo per la tua incolumita`. Perché nemmeno i più saggi possono vedere tutte le conseguenze.
  • Negli stagni quando le candele erano accese. Ci sono in tutti gli stagni, pallidi visi, in fondo alle buie acque. Li vidi: volti crudeli e cattivi, volti nobili e tristi. Molti volti orgogliosi e belli, con alghe fra gli argentei capelli. Ma tutti sporchi, tutti putridi, tutti morti. In loro brilla una tetra luce. [...] Non so chi siano; ma mi è parso di vedere Uomini ed Elfi, e Orchi accanto a loro.
  • Bello è chi il bello fa
  • La guerra è indispensabile per difendere la nostra vita da un distruttore che divorerebbe ogni cosa; ma io non amo la lucente spada per la sua lama tagliente, né la freccia per la sua rapidità, né il guerriero per la gloria acquisita. Amo solo ciò che difendono: la città degli Uomini di Númenor.
  • Dov’è l’altro, lo Hobbit iroso e maleducato?
  • Non molto saggi [...] Ma giusti forse sì, nella misura permessa dalla nostra poca saggezza.
  • Non ho aiuti da mandare, quindi devo andare io stesso
  • E come in risposta giunse da lontano un altro suono. Corni, corni, corni. Nei fianchi del cupo Mindolluin echeggiavano fiochi. Grandi corni del Nord che suonavano con forza. Rohan era finalmente arrivato.
  • Vento sta cambiando!
  • A me! A me! [...] Coraggio, Eorlingas! Non temete l’oscurità!
  • Sei pazzo! Nessun uomo vivente può impedirmi nulla!
  • Éowyn non doveva morire, così giovane e bella! O, almeno,e non doveva morire sola.
  • Basta un nemico per causare una guerra [...] E coloro che non hanno spade possono sempre morire cadendo sulla punta di una spada. Vorresti che la gente di Gondor raccogliesse soltanto erbe, mentre l’Oscuro Signore raduna gli eserciti? E non è sempre una cosa buona guarire nel corpo. Come non è sempre amara la morte in battaglia, anche fra atroci sofferenze. Se mi fosse permesso, in quest’ora cupa non esiterei a sceglierla.
  • Sono felice che tu sia qui con me. Qui, alla fine di ogni cosa, Sam.
  • O grande gloria e splendore! Tutti i miei desideri sono stati esauditi!
  • Ed egli cantò, a volte in Lingua Elfica, a volte nell’idioma dell’Ovest, finché i loro cuori, trafitti dalle dolci parole, traboccarono, e la loro gioia fu simile a spade, e il loro pensiero vagò nelle regioni ove delizie e dolori sono un’unica cosa e le lacrime sono il vino del godimento.
  • È triste incontrarsi soltanto in questo modo, alla fine. Perché il mondo sta cambiando; lo sento nell’acqua, lo sento nella terra, e l’odoro nell’aria.
  • Accade sovente così, Sam, quando le cose sono in pericolo: qualcuno deve rinunciare, perderle, affinché altri possano conservarle
  • Sinora non avevo compreso la storia della tua gente e della loro caduta. Li deridevo come se fossero stupidi e cattivi, ma ora finalmente li compiango. Perché se questo è, come dicono gli Eldar, il dono dell’Uno agli Uomini, è assai amaro da ricevere.
  • Quando quella barca si allontanò, finì di esistere la Compagnia dell’Anello nella Terra di Mezzo.

 

Il Silmarillion

  • E tu, Melkor, t’avvederai che nessun tema può essere eseguito, che non abbia la sua più remota fonte in me, e che nessuno può alterare la musica a mio dispetto. Poiché colui che vi si provi non farà che comprovare di essere mio strumento nell’immaginare cose più meravigliose di quante egli abbia potuto immaginare
  • Ho cari gli alberi. Lenti nella crescita, saranno ratti nella caduta. E, a meno che non paghino uno scotto di frutti sui rami, poco ne sarà rimpianta la morte.
  • Noi non voltiamo le spalle a nessuna amicizia. Ma è proprio di un amico biasimare la follia di un amico.
  • Il loro Giuramento li impellerà, e tuttavia li tradirà, per sempre privandoli di quei tesori che hanno giurato di perseguire. A una mala fine volgeranno tutte le cose che essi ben cominciano; e questo accadrà per il tradimento dell'una stirpe verso l'altra, e per la paura di tradimento.
  • Abbiamo giurato, e non con leggerezza. Noi manterremo questo giuramento. Ci si minacciano molti mali, e non da ultimo il tradimento; una cosa, però, non vien detta: che soffriremo per codardia, per via di codardi o per paura di codardi. Pertanto io dico che proseguiremo, e questa previsione aggiungo: le imprese che compiremo saranno materia di canto fino agli ultimi giorni di Arda.
  • Quelli che mi son lasciato alle spalle, non li considero una perdita: inutile fardello lungo la strada, tale si son dimostrato. Che chi ha maledetto il mio nome, continui a maledirmi, e gemendo se ne ritornino alle gabbie dei Valar! Brucino le navi!
  • Così accadeva in Gondolin; e tra tutte le bellezze di quel regno, finché la sua gloria durò, un buio seme di male mise radici.
  • Acuto tanto da trapassare il cuore era il suo canto, simile a quello dell’allodola che si leva dalle porte della notte e riversa la propria voce tra le stelle morenti, scorgendo il sole dietro le mura del mondo; e il canto di Lùthien sciolse i vincoli dell’inverno, e le acque gelate mormorarono e fiori spuntarono dalla fredda terra là dove si erano posati i suoi piedi.
  • Rimase, ultimo superstite, Hùrin, il quale allora gettò lo scudo, brandendo un’ascia a due mani; e si canta che l’arma fumasse del sangue nero dei troll della guardia di Gothmog, finché questa tutta si dissolse, e ogniqualvolta menava un colpo Hùrin gridava: "Aure entuluval II giorno ritornarà!". Settanta volte lanciò quel grido. Alla fine però lo presero vivo per ordine di Morgoth
  • Addio, due volte amato! A Tùrin Turambar turun ambartanen: dominatore della sorte dominato dalla sorte! Felice tu che sei morto!
  • Coloro che dei Nove Anelli si servirono, in vita loro divennero potenti: re, stregoni, guerrieri come ve n’erano un tempo. Si conquistarono gloria e grandi ricchezze, che però si volsero a loro danno. Avevano, a quanto sembrava, vita imperitura, pure la vita divenne loro intollerabile. [...] Erano essi i Nazgùl, i Fantasmi dell’Anello, i più temibili servi dell’Avversario; tenebra li accompagnava, ed essi urlavano con la voce della morte.

 

I Racconti Incompiuti

  • "Non posso, non posso, Mablung?" gridò Túrin. "E perché no! Perché, vedi, io sono cieco. Non lo sapevi? Cieco, cieco, fin dall’infanzia brancolo nella nebbia scura di Morgoth! E quindi lasciami! Vattene, vattene, torna nel Doriath, e che l’inverno lo inaridisca. Maledizione a Menegroth! E maledetta la tua cerca! Solo questo mancava. Ora scende la notte!"
  • "I miei dubbi sono troppo grandi perché io possa decidere. Prepararsi o non fare nulla? Essere pronti per la guerra, che è ancora solo una congettura: addestrare artigiani ed agricoltori a spargere sangue e combattere mentre siamo ancora in pace: armare avidi capitani che ameranno solo le conquiste, e contare i morti per la loro gloria? Diranno ad Eru: Almeno i tuoi nemici erano tra di loro? Oppure restare a guardare mentre gli amici muoiono ingiustamente: permettere che si viva in una falsa pace finché i predoni saranno alla nostra porta? Che faranno allora: combatteranno a mani nude contro le spade e moriranno inutilmente, o fuggiranno lasciandosi alle spalle le grida delle donne? Diranno ad Eru: almeno non ho versato sangue? Quando ogni strada conduce al male, a che vale scegliere?"